La teoria del complotto

0037La teoria del complotto viene utilizzata per spiegare il fallimento della sperimentazione proposta dal professor Luigi Di Bella. I principali attori di questo complotto, secondo le persone intervistate, sono le case farmaceutiche che pensano unicamente ai propri interessi, non curanti del progresso della medicina. La politica e i suoi rappresentanti sono, all’interno di questa teoria, in una posizione di sudditanza nei confronti di queste; agiscono e pensano in modo da non ledere gli interessi delle case farmaceutiche.

Il complotto si concretizza attraverso una sperimentazione condotta secondo modalità tali da portare ad un esito negativo. Alla base del fallimento della sperimentazione ci sarebbero il mancato rispetto del protocollo stilato dal professor Di Bella e azioni volte alla deliberata falsificazione dei risultati finali: i pazienti erano pazienti terminali, con scarse aspettative di vita, e i farmaci che venivano somministrati erano alterati, scaduti, e non rispettavano la posologia prestabilita:

Ma io mi ricordo che, se non ricordo male, che era fallita perché non era proprio come diceva il Di Bella, avevano cambiato alcune cose (intervista n.8, BP).

Contrapposizione anche sul fatto che poi la sperimentazione, come abbiamo detto prima, era stata approvata soprattutto in certi segmenti di malati e che loro si erano molto arrabbiati sul fatto che insomma la sperimentazione andava fatta anche su gente che aveva aspettative di vita, aspettative insomma, non malattie terminali, proprio con una scadenza breve e sulla quale non si sbaglia (intervista n.16, TZ).

Cioè mi viene in mente il fatto che somministrassero farmaci scaduti durante la sperimentazione, che hanno usato, insomma che comunque non c’è stata, al di là dell’efficacia o meno, non c’è stata la volontà di appurarne l’efficacia (intervista n.4, GM).

Il motivo che sta alla base del complotto e delle azioni volte a oscurare la terapia Di Bella è prettamente economico: se questa nuova terapia si dimostrasse efficace i farmaci attualmente utilizzati nelle chemioterapie verrebbero abbandonati e chi li produce perderebbe una grossa parte dei propri introiti:

Anche, c’è dietro un’industria enorme che fattura veramente miliardi, miliardi e miliardi, dietro alle terapie oncologiche. Consolidata, voglio dire, parlare di qualcosa di diverso dalla chemioterapia oggi, o è una cosa che parte dalle industrie farmaceutiche o se parte dal basso si fa un po’ di fatica a far digerire al mondo scientifico, non l’operante, ma al mondo scientifico in genere, perché, come dire, c’è dietro il dio denaro purtroppo, e questa è un sacrosanta (intervista n.14, SD).

Però io avevo avuto la netta sensazione che a qualcuno questa cosa qua non piacesse, decisamente, per cui comunque, per partito preso, andava bloccato (intervista n.11, SC).

Emerge quindi un potere forte, identificato con le case farmaceutiche, che ostacola il progresso della medicina e che è orientato unicamente al guadagno, indipendentemente dall’efficacia delle cure.

Ho l’impressione appunto, molte volte, che qui ci siano veramente delle cose che vengono scelte da altri, e che l’ufficialità non sia così veramente funzionale al malato, ma che sia funzionale ad altre cose (intervista n. 3, FP).

Ho questa sensazione che certe cose vengono spinte molto perché dietro c’è qualche potenza di società farmaceutiche grosse ed altre cose invece non vengono proposte o vengono proposte poco (intervista n.15, MP).

Gli interessi economici si connettono con l’immagine dei politici che vengono visti come persone preposte a mantenere gli equilibri esistenti fugando ogni possibilità di innovazione:

Cioè, quindi per questo che penso che la politica abbia un po’ ucciso l’immagine del professor Di Bella, proprio perché forse lì c’era tutto un interesse legato comunque all’interesse economico (intervista n.17, FN).

E cavolo, tu pensa come fa un politico, anche la Rosy Bindi, non è che la Rosy Bindi fosse una criminale probabilmente no, però come fa la Rosy Bindi ad esempio ad assumersi la responsabilità, ma ad esempio eh, io dico un nome a caso, di far crollare in borsa la Bayer, capisci (intervista n. 1, LR).

La politica appare quindi in una posizione subalterna nei confronti degli interessi economici delle case farmaceutiche. L’obiettivo principale è mantenere il predominio delle cure tradizionali a scapito di qualunque innovazione che possa spostare gli interessi economici lontano dall’assetto attuale.

Il 6 febbraio 2013 pubblicherò le considerazioni conclusive relative alla ricerca sul “Caso di Bella”, cercando di tracciare un filo conduttore nel materiale fin qui presentato.

Informazioni su Alberto Ponza

Lavoro in due cooperative sociali: in una coordino un servizio di “Residenzialità leggera” per persone con diagnosi psichiatrica, nell'altra mi occupo di progettazione, sviluppo, supporto gestionale. A questo affianco attività di ricerca e consulenza nell’area della psicologia delle organizzazioni, del lavoro e della salute. Vivo in provincia di Monza e Brianza psicologodibase@gmail.com
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